Un grande Kenneth Branagh per il classico di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express

Un treno, il leggendario Orient Express, a bordo una carrellata di personaggi dell’alta borghesia e nobiltà che da Istanbul partono in un giorno di inverno in direzione Londra. Tra loro, inaspettato, c’è anche Hercule Poirot, “probabilmente il detective più bravo al mondo”.

assassinio sull'orient express

Nella seconda notte di viaggio, un passeggero, il ricco e ambiguo affarista Mr Ratchett, viene pugnalato a morte nella sua cabina. Tutti sono sospettati: a Poirot il compito di trovare il colpevole.

La storia è famosissima. Assassinio sull’Orient Express, [amazon_textlink asin=’8804679387′ text=’romanzo di Agatha Christie’ template=’ProductLink’ store=’fuoridicinema-21′ marketplace=’IT’ link_id=’be230ce4-da7b-11e7-aa2f-77f45e12a5b9′] fu portato per la prima volta sul grande schermo nel 1974 da Sidney Lumet, che diresse un film destinato a diventare un classico, un gioiello di regia, ambientazione, tensione, con un cast di grandi attori.

Nel 2017, un regista e attore inglese, Kenneth Branagh, prodotto da Ridley Scott, ha compiuto di nuovo l’impresa, dirigendo e interpretando come Poirot il nuovo adattamento, che a quanto pare darà il via a una nuova servilità cinematografica (che segue quella della fine degli anni ’70 nella quale fu Peter Ustinov a rivestire il ruolo di Poirot).

Il risultato è al di là di ogni aspettativa. Al netto di alcune concessioni alla logica commerciale del periodo in cui Branagh opera nell’industria del cinema (pensiamo a un paio di scene di lotta fisica che arrivano, ad un certo punto del film, senza che se ne sentisse il bisogno ma forse debitrici di esigenze di spettacolo e di fisicizzazione della tensione narrativa figlie dell’era della produzione ininterrotta di saghe di super eroi); il film si regge su buonissime basi di recitazione, ricalcando piuttosto fedelmente la storia originale, con la più significativa deviazione costituita dal far svolgere alcune scene chiave fuori dal treno, e dal non mostrare nelle prime scene l’antefatto di anni prima che da’ origine alla storia.
L‘aspetto più interessante di questa versione del classico di Agatha Christie diretta da Branagh, è nel fatto che l’autore accentua in maniera evidente il suo sguardo su come il peso e le conseguenze morali delle azione compiuta a bordo del treno gravino sul singolo individuo, siano esse il detective Poirot, che i passeggeri, laddove nel film di Lumet la riflessione si apriva al concetto di risposta della società intesa come organizzazione di individui, rispetto al crimine e alla colpa insita nella sua ideazione.

(A tal proposito, volendo rivedere l’Assassinio sull’Orient Express di Lumet, sarebbe interessante anche rivedere dello stesso regista, [amazon_textlink asin=’B000SL1PH8′ text='”La parola ai giurati”‘ template=’ProductLink’ store=’fuoridicinema-21′ marketplace=’IT’ link_id=’64b69097-da7e-11e7-a2b2-5d2dbf8911a7′] e [amazon_link asins=’B008GZVHZ8′ text= ‘”Onora il Padre e la Madre”‘ template=’ProductLink’ store=’fuoridicinema-21′ marketplace=’IT’ link_id=’79dfe4b6-da7e-11e7-a559-df38997feb42′], per poter apprezzare un fil rouge seguito da questo grande cineasta americano nel corso del tempo, rispetto alla tematica della colpa, e della colpa morale della Società).

assassinio sull'orient express

Questa sfumatura scelta da Branagh nell’accompagnare la risoluzione dell’omicidio di Mr Ratchett, è chiaramente visibile nelle scelte di regia soprattutto nella parte di finale del film – dai primi piani a Kenneth Branagh, alla spiegazione dell’omicidio resa di fronte ai passeggeri disposti in una tavolata lunga, come fossero un plotone di esecuzione e Poirot colui che “paga” la colpa.

Il cast del film (Johnhy Depp, Penelope Cruz, Judi Dench, Willem Dafoe, solo per citare gli attori più celebri) regge il confronto con la squadra che aveva scelto Lumet, per confezionare un giallo d’intrattenimento che riesce a coniugare una rivisitazione di classe di un caposaldo del genere, ad una idea di produzione contemporanea fruibile con piacere anche dal cosiddetto pubblico di massa.

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