La ragazza nella nebbia, il giallo di questo autunno

“La ragazza nella nebbia”, fortunato esordio alla regia di Donato Carrisi con un giallo imperdibile.

la ragazza nella nebbia

Avechot, un immaginario paesino nelle Dolomiti. Nell’oscurità del pomeriggio del 23 dicembre, resa ancora più impenetrabile dalla nebbia, un’adolescente esce dalla sua casa. Fa pochi passi, esce in strada, e noi non la vediamo più: l’immagine si dissolve. Tempo dopo, in una notte ancora nebbiosa, uno psichiatra (interpretato da Jean Reno) viene svegliato per recarsi presso l’ufficio di Polizia del paese, dove è arrivato un uomo, misteriosamente sporco di sangue. L’uomo è il celebre e controverso Ispettore Vogel (Toni Servillo), che aveva raggiunto Avechot per indagare proprio sulla sparizione di quella ragazza, vista nella prima scena. Da qui (con un omaggio evidente a “Una pura formalità” di Tornatore), parte il racconto in flashback di “[amazon_textlink asin=’B0179U033C’ text=’La Ragazza nella nebbia‘ template=’ProductLink’ store=’fuoridicinema-21′ marketplace=’IT’ link_id=’f1bd28fd-be56-11e7-9af7-e382de567f5d’]”, diretto da Donato Carrisi, anche autore del best seller da cui la sceneggiatura è tratta.

Il film si dipana secondo gli stilemi del giallo e del noir, e lo fa con maestria e senso dello spettacolo, producendo un buonissimo risultato.

Ambientato in una valle senza sbocco, in un inverno ora assolato, ora nebbioso e piovoso, un luogo in cui tutto, persino la paura, appare rarefatto e silenzioso, questo film è innanzitutto un ottimo contributo ai genere cinematografici cui appartiene. Ed ecco che abbiamo la sparizione, la ricerca del “mostro” e le indagini a 360 gradi, le sottotrame che si aprono, gli indizi, un’atmosfera angosciante e penetrante, la caratterizzazione dei personaggi sostenuta dalla scelta di un cast di attori di prim’ordine – fra di loro un grande Alessio Boni nella parte del professore – e non da ultimo, quell’attribuzione alla storia, e al suo esito, di un’aura di perpetuità del Male che ci fa ricordare l’impatto e la potenza di grandi thriller e neo-noir degli anni ’90 come “Il silenzio degli Innocenti” e “Seven”.

La ragazza nella nebbia

C’è poi il secondo livello di lettura del film, altrettanto interessante. Donato Carrisi vi mette in scena una crime story d’Italia. Ovvero, una storia del modo di spettacolarizzare le tragiche esperienze di casi efferati di cronaca, che è pienamente dentro la nostra epoca. Impossibile non pensare ai delitti di Cogne, di Perugia, a tanti altri, vedendo il film. Quel costruire e alimentare giorno dopo giorno, mediaticamente, un sospettato che potrebbe essere l’omicida o il capro espiatorio. Quel farsi e divenire, delle indagini e delle testimonianze, davanti alle telecamere.

Insomma, due ore di film che passano in un baleno, tenendo la tensione viva fino all’ultima scena. Con i suoi libri i lettori avevano scoperto in Donato Carrisi un romanziere talentuoso del genere giallo. Ora, abbiamo trovato anche un regista. “La ragazza nella nebbia” farà strada, e noi non vediamo l’ora del suo prossimo film da regista.

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