L’Ennesimo Film Festival e il coraggio di darsi un’identità

L’Ennesimo Film Festival, con questo suo nome in apparenza così poco velleitario e a tratti cumulativo, ci aveva però lanciato sottovoce una provocazione: si tratterà davvero dell’Ennesimo Festival?

Dopo due giorni di proiezioni di cortometraggi (e tanti eventi collaterali), possiamo rispondere,  a voce alta: no, il nome è brillante e abile nel suo travestimento, ma non si tratta  dell’ennesima proposta cinematografica. Il coraggio di Federico Ferrari e Mirco Marmiroli, coadiuvati da Morena Silingardi e Marco Biagini, rispettivamente Assessore alla cultura e Vicesindaco del Comune di Fiorano Modenese e dai numerosi collaboratori, Lorenzo, Lara, Benedetta, Ania, Edoardo, Federico, Chiara e tanti altri, è sotto gli occhi di tutti. Alla sua terza edizione, il festival sembra aver capito quello che altri fanno fatica a raccontare a se stessi e al pubblico, anche a distanza di anni: il coraggio di maturare una propria identità può essere apprezzato, come ha dimostrato la sala del Teatro Astoria di Fiorano Modenese sempre piena e partecipe, bisogna fidarsi di occhi diversi dai nostri e correre il rischio di portarli in direzioni inaspettate, sconosciute, azzardate. L’Ennesimo ha avuto questo coraggio, grazie anche alla giovane età dei suoi fondatori e collaboratori, portavoce di un racconto potente e allo stesso tempo fragile, che indaga un’umanità in frantumi e si aggrappa agli ultimi lembi di una contemporaneità in declino, suggerendone, probabilmente, una rivoluzione interna.

Cubs

Così i personaggi delle storie che hanno attraversato lo schermo, urlano il ritorno ad un grembo materno vuoto e incapace di accoglierli (HIDE AND SEEK), quasi a fuggire da un’umanità devastata dalla guerra (MAMA) o da guerre silenziose che distruggono i rapporti (KLEM è una Guerra dei Roses ambientata interamente nello spazio di un’automobile capovolta), un cubo irregolare o un cubo di Rubik (CUBS sembra sussurrare una storia di pedofilia, per poi cambiare percorso e sviare abilmente le convinzioni di chi guarda), che non prevede soluzioni definitive e si dichiara, anticipatamente, irrisolto. È un’umanità lacerata nell’intimo fin dall’infanzia (COLD FISH spalanca le porte a un’idea di crudeltà infantile cui normalmente non diamo peso, attribuendola ad incoscienza), che giustifica e compensa la diversità solo con altra diversità (CAUTIONARY TALES), che lascia morire il prossimo, anche quello più vicino con occhio freddo e fermo (RETOUCH), che prova a dare fiducia rimanendo profondamente deluso (BIG CITY) o che ha smesso del tutto, per vivere in un mondo in bianco e nero, senza più sfumature (IN THE WOODS). Con qualche sorriso e un paio di concessioni alla leggerezza, sempre irrobustita da una scrittura forte e un’idea precisa (THE ELEVEN O’CLOCK; VALKOMMEN UT – A FRIEND OF DOROTHY, MARGINAUX), i corti selezionati hanno posto l’accento su questa spaccatura di corpi, di rapporti, di sogni puerili (KAPITALISTIS; ROSIE OH, ACROSS MY LAND), di fiducia (BLIND AUDITION; FROM HASAKAH WITH LOVE), di spiritualità terrena (WREN BOYS), di connessione umana (UNO), scegliendo di chiudere con il corpo freddo della morte (AFTER LIFE) accarezzato e trattato con cautela da chi ha il compito di prendersene cura. Forse questa chiusa suggerisce proprio una rivoluzione, da farsi in vita, però, quando i corpi sono caldi di umori e desideri, quando tutto può accadere e tutto può essere ancora cambiato.

Across my land

L’Ennesimo Film Festival, a modo suo, ha attuato una piccola rivoluzione, in virtù di scelte forti in sala, anche con i corti dell’Ennesima Giornata di Scuola, il progetto di educazione all’immagine rivolto agli studenti di terza media di otto istituti della zona, che hanno visionato le proiezioni della Selezione Giovani (alcune iconiche nella loro leggerezza) e che assegneranno questa sera “L’ennesima menzione Giovani“, ma anche fuori la sala: lo short meeting, il primo incontro e capostipite del genere in Emilia Romagna tra festival e rassegne cinematografiche del territorio, organizzato con L’Emilia Film Commission per creare un occhio collettivo sulla situazione del cinema, cortometraggi e lungometraggi, e di chi lo propone; l’incontro con alcuni studenti del Corso di Organizzazione e Management della cultura e creatività dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che da ottobre a febbraio hanno messo il Festival sotto la lente di ingrandimento della ricerca elaborando alcune proposte, per incrementarne la promozione e suggerirne strategie di sviluppo, anche sul piano nazionale.

Questa sera saranno cinque i premi assegnati: il Premio della Giuria, il Premio Popolare, il Premio del Circolo Culturale Artemisia, L’Ennesima Menzione Giovani e Il Premio Miglior Recensione, tra quelle scritte dagli studenti e, in più, l’Ennesima Borsa di Studio, per finanziare la produzione di un cortometraggio di autori under 40, con una scena da girare in un luogo di interesse del Comune di Fiorano Modenese.

Il nostro personale premio va all’audacia di chi sa cosa vuole vedere al cinema e lo propone, senza il filtro politicamente corretto del consenso facile, per arrivare a un consenso critico,  per fortuna, scorretto.

 

 

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