Presentato allo scorso festival di Cannes arriva finalmente nelle sale Tutti lo Sanno, il nuovo film del regista iraniano Asghar Farhadi, che per la prima volta decide di girare un film in spagnolo scegliendo la coppia Cruz – Bardem.
L’immagine dell’interno di un campanile, malandato, con un orologio rovinato dagli anni e dalla vetustà. Si apre così Tutti lo sanno di Ashgar Farhadi. Questo dettaglio, che è un anticipo di sceneggiatura rispetto a un momento di film che arriverà dopo, rappresenta anche uno dei possibili significati di questo giallo molto bello. Un film sul Tempo. Il Tempo che governa le nostre vite, e che presenta il suo conto, sempre, facendo riemergere i nodi del passato.
Tutti lo sanno è la storia di un rapimento. Il rapimento di Irene, la figlia adolescente di Laura (Penelope Cruz) tornata con i figli (ma senza il marito) dall’Argentina nella terra natale in Spagna per il matrimonio della sorella. Un rapimento che avviene durante la festa del matrimonio, in una notte di tempesta, sconvolgendo gli esiti della giornata di festa e mettendo in moto la disperata ricerca della ragazza rapita. La ricerca è guidata soprattutto da parte di Paco (Javier Bardem, al meglio delle sue capacità), amico di Laura da una vita, che ricorrerà ad ogni mezzo per liberare la ragazza, pagando un prezzo alto al riconoscimento della verità, e appunto al Tempo come portatore di verità.
Aggiungendo un altro capitolo ad una carriera che sta regalando dei gioielli, Farhadi realizza un film nel quale la vicenda narrata (il rapimento, il mistero, la risoluzione dell’enigma) diviene lo strumento per raccontare il dramma personale e familiare che incombe inesorabilmente e cresce con il progredire della ricostruzione dei fatti, da un lato; e che dall’altro si rafforza attraverso l’utilizzo da parte del regista del Tempo come giudice inesorabile (mano a mano che il tempo per liberare la ragazza freneticamente si accorcia, le conseguenze delle azioni realizzate dai protagonisti molti anni addietro deflagrano sul presente).
Il film è nobilitato da alcune sequenze di ottimo spessore (la scoperta del rapimento su tutte), da una fotografia che alterna i chiari della prima parte, che accompagnano la festosità del ritorno di Laura a casa, alla penombra desaturata prevalente nella seconda parte. Questo da un punto di vista tecnico.
Ci sono poi gli attori, davvero tutti, guidati dal migliore Bardem che possiamo ricordare, tra i quali va menzionato il grande Ricardo Darin nel ruolo del marito di Laura.
Da non perdere.
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