#RFF14. Una festa che non fa rumore

A pochi giorni dall’inaugurazione della 14^ edizione della Festa del Cinema di Roma 2019 ciò che si nota di più è l’assordante silenzio che avvolge la manifestazione. Faccio questa considerazione anche con un po’ di rammarico perché, durante questi anni di frequentazione, pur non avendo mai stabilito un gran feeling con l’evento, ho spesso goduto di belle visioni e persino di qualche inattesa scoperta. Sono convinto perciò che nelle pieghe di un cartellone apparentemente privo di appeal anche in questa edizione potrebbero nascondersi delle piacevoli sorprese. Proviamo a scoprirne i contenuti partendo ovviamente dalle opere più attese.

 

The Irish man alla festa del cinema di roma 2019

Robert De Niro in The Irish Man di Martin Scorsese

Opera di punta di questa edizione non può che essere l’attesissimo film di Martin Scorsese, The Irishman, che in molti avevano sperato di vedere già a Venezia e che la maggior parte dei cinefili nazionali dovrà accontentarsi di vedere su Netflix. Un cast stellare in cui spiccano i fedelissimi Robert De Niro e Joe Pesci oltre ad Al Pacino, Harvey Keitel ed Anna Paquin per il ritatto dell’esistenza criminale di un veterano della seconda guerra mondiale. Il film ha la durata di tre ore e mezzo!

L’apertura della Festa sarà invece affidata a Motherless Brooklin di e con Ed Norton che ambienta nella New York degli anni ’50 un noir dalle atmosfere tese ed intriganti. Per Norton si tratta della seconda regia a 20 anni di distanza dalla commedia romantica Tentazioni d’amore con Ben Stiller.

The Aeronauts di Tom Harper

The Aeronauts di Tom Harper

La Festa dovrà dirci anche se The Aeronauts di Tom Harper, interpretato dall’attore acchiappa-nomination Eddy Redmyane e da Felicity Jones ha le carte in regola per dire la sua nella corsa agli Oscar, come da più parti preannunciato. Il film racconta il viaggio in mongolfiera compiuto nel 1862 da Amelia Wren e dallo scienziato James Glaisher alla scoperta dei segreti del cielo.

Ron Howard, protagonista, come anche Ed Norton, di uno degli incontri ravvicinati con il pubblico della Festa, proporrà un documentario dedicato al mito di Luciano Pavarotti, ricco di immagini ed interviste inedite.

Judy Garland rivivrà invece nell’interpretazione di Renee Zellweger nel biopic diretto da Rupert Goold, celebre soprattutto per le sue regie in teatro e per le trasposizioni cinematografiche di celebri opere teatrali, ma anche dell’interessante True Story con Jonah Hill e James Franco.

Jennifer Lopez guiderà invece un gruppo di intraprendenti spogliarelliste che ha escogitato un metodo, non del tutto lecito, per affrontare la crisi economica in Hustlers di Lorene Scafaria. I film sarà nei nostri cinema dal 7 novembre.

Il ladro di Giorni di Guido Lombardi

Il ladro di Giorni di Guido Lombardi

Il cinema italiano risponde con il ritorno alla regia di uno degli autori più interessanti del panorama cinematografico partenopeo, Guido Lombardi, che torna a Roma dove aveva già presentato il suo precedente film Take Five Lombardi aveva debuttato a Venezia 69 conquistando il Leone del Futuro con La bas. Ne Il ladro di Giorni sarà Riccardo Scamarcio il protagonista di un viaggio da nord a sud durante il quale un padre ed un figlio proveranno a ricostruire un rapporto cancellato negli ultimi anni dalla detenzione del genitore.

Si annuncia ricco di interesse Santa subito il documentario diretto da Alessandro Piva (La capagira, Mio cognato, I milionari) che racconta la terribile esperienza di Santa Scorese, giovane attivista cattolica barese che fu vittima di morbose attenzioni da parte di uno sconosciuto fino all’ultima tragica aggressione. Vale la pena riportare le dichiarazioni di Piva che si è detto orgoglioso che il suo film possa rappresentare alla Festa di Roma la pattuglia di film prodotti dal Social Film Fund con il Sud, progetto che offre la possibilità di raccontare il sud  attraverso lo sguardo creativo dei film-makers ed il prezioso supporto degli operatori del terzo settore attenti alle frange più deboli della società.

Tornare cristina comencini

Tornare di Cristina comencini

La chiusura della Festa sarà affidata al nuovo film di Cristina Comencini, Tornare, che vedrà protagonista Giovanna Mezzogiorno (che dalla Comencini era già stata diretta ne La bestia nel cuore) nei panni di una donna che torna a casa dopo molti anni trascorsi in America in occasione della morte del padre. Per la Mezzogiorno il film è l’occasione per proseguire il suo personale viaggio di scoperta dei mille volti di Napoli, dopo che le sue ultime prove attoriali l’avevano vista protagonista de La tenerezza di Gianni Amelio e Napoli velata di Ferzan Ozpetek.

Una delle sorprese di cui parlavo in apertura potrebbe venire da un regista italiano di nascita che però debutta nel lungometraggio con una produzione francese, lussemburghese e belga. Deux racconta di due anziane signore che condividono l’ultimo piano di un edificio in cui vivono molto di più di quella che tutti credono essere solo una profonda amicizia. La scoperta del loro reale rapporto da parte della figlia di una delle due porterà grande sconvolgimento. Nel cast Barbara Sukova.

the farewell di lulu wang

The Farewell di Lulu Wang

The Farewell della regista cinese Lulu Wang è molto più che una sorpresa annunciata. Il racconto si dichiara: “Tratto da una bugia vera”, quella che tutta la famiglia racconta all’anziana nonna per accompagnarla dolcemente verso la fine dei suoi giorni. Il film toccante e poetico non manca di momenti di leggerezza ed ironia che lo rendono  ancor più delicato ed adorabile.

Già apprezzato attore e sceneggiatore, Nicolas Bedos aveva debuttato due anni fa alla regia con il bellissimo Un amore sopra le righe, di cui era anche interprete nei panni dell’eclettico scittore Victor Adelman. A Roma arriva con La Belle epoque, interpretato da Daniel Auteil, Guillaume Canet e Fanny Ardant, curiosa e divertente messa in scena di un tempo passato. Le ricostruzioni d’epoca si rivelano ancora una volta terreno fertile per Bedos che nella sua precedente opera ripercorreva 45 anni di vita amorosa dei protagonisti scandendo anno dopo anno a partire dal 1971 i cambiamenti della moda e del costume.

Fete de Famille di Cedric Kahn

Fete de Famille di Cedric Kahn

Fete de Famille di Cedric Kahn riprende uno schema caro al cinema danese che, a partire da Festen di Vinterberg, ha reso le velenose riunioni di famiglia un vero e proprio genere cinematografico. Qualcosa va storto anche durante la festa di compleanno di Andrea (Catherine Deneuve) proprio quando arriva, accolta come il figliol prodigo, la figlia più piccola. Nel cast anche Emanuelle Bercot e lo stesso Cedric Kahn.

Le Melleur Reste a Venir porta la firma di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, già autori dell’ottimo Cena tra Amici, che meritò anche un remake firmato da Francesca Archibugi, Il Nome del Figlio. Protagonista di questa commedia amara è lo straordinario Fabrice Luchini che vive la sua amicizia con Patrick Bruel (autentico mattatore in Cena tra amici) nel segno di un grande equivoco che porta ciascuno di loro a credere che l’altro abbia i giorni contati. Un’ottia ragione per decidre di recuperare il terreno perduto.

Il regista Nikolas Boukhrief  ha già raccontato le tragedie della Francia dei nostri giorni in Made in France, ora in Trois Jours et un Vie ci mostra le reazioni di un giovane la cui vita viene sconvolta da tre funesti avvenimenti accaduti in un villaggio delle Ardenne belghe durante il Natale del 1999. Nel cast del film Sandrine Bonnaire.

Military Wives di Peter Cattaneo

Military Wives di Peter Cattaneo

Torna alla commedia sociale Peter Cattaneo che aveva firmato un vero e proprio cult ai tempi di Full Monty e che ora in Military Wives punta i riflettori sulle mogli dei militari al fronte e sulla brillante idea di una di loro di ingannare l’attesa del ritorno a casa dei loro mariti con la creazione di un coro. Il film ispirato ad una storia vera racconta il loro inatteso successo.

1982 di Oualid Mouaness arriva dal Libano e di quel paese già scosso dalla guerra civile racconta l’ulteriore ferita infertagli dall’invasione israeliana del giugno ’82. Sullo sfondo dei conflitti passati e di quelli a venire l’ultimo giorno di lezioni in una scuola nei pressi di Beirut è caratterizzato dalla dichiarazione d’amore che un ragazzino di undici anni fa ad una sua compagna di classe. I sogni del bambino si intrecciano con le paure e le diverse opinioni degli adulti, tra i quali spicca la regina del cinema libanese di Nadine Labaki.

Willow di Milcho Manchevski

Willow di Milcho Manchevski

Nel cartellone della Festa salta agli occhi il nome di un regista Leone d’oro a Venezia, quello del macedone Milcho Manchevski che nel 1994 trionfò al Lido, ex-aequo con Vive l’amour di Tsai Ming Liang, con il bellissimo Prima della pioggia. A Roma presenta Willow che attraverso tre storie ambientate in epoche diverse riflette sul tema della genitorialità.

Nel cartellone della Selezione ufficiale, tra gli altri, anche il film tratto dalla celebre serie tv Downtown Abbey, Honey boy con Shia LaBeouf e Lucas Hedges, Drowning con Mira Sorvino, Run with the hunted con Michael Pitt e Antigone in cui la regista canadese Sophie Deraspe consente alla sua protagonista, dopo averla costetta ad affrontare la morte dei suoi familiari, di elaborare un proprio senso di giustizia fondato sull’amore.

Nella sezione Tutti ne parlano, che accoglie le rivelazioni di altri prestigiosi festival internazionali, oltre a La belle epoque troviamo anche Share di Pippa Bianco, storia di una sedicenne che scopre la pubblicazione in rete di un video di cui lei non ha memoria alcuna, e The vast of night di Andrew Patterson che, con il suo thriller fantascientifico, sembra rendere omaggio al cinema di Spielberg e alla serie tv Ai confini della realtà.

Nomad, in the footsteps of Bruce Chatwin

Nomad, in the footsteps of Bruce Chatwin

Tra le opere documentarie una citazione va senz’altro fatta per Nomad, in the footsteps of Bruce Chatwin, in cui Werner Herzog gira il mondo accompagnato dallo zaino che gli aveva donato lo scrittore e viaggiatore Bruce Chatwin, e per Western stars documentario sull’ultimo omonimo disco di Bruce Springsteen.

Meriterebbe un articolo a parte il vasto ed interessante programma di Alice nella città, a mio avviso da anni il vero fiore all’occhiello della Festa romana. Sul fronte retospettive va certamente segnalata quella dedicata al maestro giapponese Hirokazu Koreeda che ha recentemente inaugurato la Mostra di Venezia con La veritè, dopo aver conquistato l’anno precedente la Palma d’oro a Cannes con Shoplifters. Nella giornata di sabato 20 ottobre gli spettatori dell’Auditorium potranno assistere al’incontro ravvicinato con Koreeda e successivamente trasferirsi al Maxxi per la proiezione della sua opera di esordio del 1995, Maborosi. La retrospettiva comprende opere documentarie e di finzione inedite dal 1991 al 2015 ed il film Third Murder presentato in concorso a Venezia nel 2017.

Hirokazu Koreeda alla festa del cinema di Roma 2019

Hirokazu Koreeda

 

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