Festa del Cinema di Roma. Un primo sguardo al programma.

La Festa del Cinema di Roma è una strana creatura. Ogni anno il cartellone lascia sempre un po’ disorientati gli spettatori che provano a districarsi tra i quasi 40 film proposti. Proviamo a tracciare un percorso.

 

Le passate edizioni hanno messo insieme titoli che hanno corso per gli Oscar con altri di autori totalmente sconosciuti che nemmeno in seguito hanno lasciato il segno. L’edizione dell’anno scorso è stata in questo senso probabilmente la più significativa visto che ben tre film sono stati poi nominati nella categoria “miglior film” all’Oscar ed uno, “Moonlight”, ha portato a casa la statuetta più importante. Un successo che ha consentito di superare addirittura l’edizione del 2013 in cui avevamo avuto la fortuna di vedere nel giro di poche ore due grandi film come “Dallas buyers club” di Jean Marc Vallee ed “Her” di Spike Jonze. Se anche quest’anno si ripeterà lo stesso successo è difficile prevederlo ma nel programma non mancano certo grandi nomi e titoli particolarmente attesi.

Festa del cinema di Roma

Scena tratta dal film Detroit di Kathryn Bigelow

Kathryn Bigelow, Richard Linklater e Steven Soderbergh rappresentano, insieme ai fratelli Taviani, i nomi di maggior richiamo della rassegna. La Bigelow presenta “Detroit” racconto dei terribili scontri razziali del luglio ’67. Anche in Linklater ritroveremo vecchie ferite del popolo americano: “Last flag flyng” rimette insieme tre ex marines che hanno vissuto il Vietnam e ora si ritrovano per dare sepoltura al figlio di uno di loro caduto in Iraq. Toni presumibilmente più leggeri in “Logan Lucky” di Soderbergh che racconta un audace colpo avvalendosi, come sempre, di un cast stellare. Paolo e Vittorio Taviani ambientano invece nelle Langhe durante la seconda guerra mondiale “Una questione privata”, tratto da un romanzo di Beppe Fenoglio ed interpretato da Luca Marinelli.

Titolo rivelazione, anche in prospettiva Oscar, potrebbe essere “I, Tonya”, diretto da Craig Gillespie (“Lars e una ragazza tutta sua”) che narra la vicenda che sconvolse lo sport americano nel 1994 quando la campionessa di pattinaggio Tonya Harding fu accusata dell’aggressione ai danni della sua principale rivale. I toni del film sono assolutamente divertenti. Altro titolo da tenere d’occhio è certamente “Mudbound” dalla regista Dee Rees con Carey Mullighan, anch’esso ambientato ai margini della seconda guerra mondiale. Il film sarà distribuito da Netflix.

Nella folta pattuglia americana spiccano anche il film di apertura, “Hostiles” di Scott Cooper (già autore di “Crazy heart”, “Il fuoco della vendetta” e “Black mass”), un western crepuscolare con Christan Bale; “Stronger” di David Gordon Green, mai troppo amato durante i suoi trascorsi veneziani, che ci riporta alle vicende dell’attentato alla maratona di Boston con un Jake Gyllenhaal che si annuncia in gran forma; “The only living boy in New York” di Marc Webb (rivelazione ai tempi di “500 days of summer”) che porta sullo schermo un complicato triangolo amoroso che vede protagonisti un padre ed un figlio; il documentario su Steven Spielberg firmato da Susan Lacy e soprattutto “Promised Land” altro doc in cui Eugene Jereki va alla ricerca dell’America di Elvis attraversandola a bordo della Rolls Royce del ’63 appartenuta proprio alla leggenda del rock’n roll.

Festa del cinema di Roma Hostiles

Christian Bale in “Hostile” di Scott Cooper

Ricca ed interessante anche la delegazione francese inevitabilmente “capitanata” da Eric Toledano ed Olivier Nakache (“Quasi amici”) che in “C’est la vie” ritrovano il loro sguardo divertito ed irriverente raccontandoci i preparativi di una festa nuziale. Clima di crescente tensione intorno alle ricerche di un bambino di sette anni scomparso in “Mon garcon” di Christian Carion (con Guillame Canet e Melanie Laurent), mentre si affrontano tematiche sociali sia in “Prendre la large” di Gael Morel (con Sandrine Bonnaire) che ci parla del mercato del lavoro e della sua delocalizzazione, sia in “Tout nous separe” di Thierry Klifa (con Catherine Deneuve e Diane Kruger) che affronta i temi della disabilità e della tossicodipendenza.

Di “Borg McEnroe”, produzione tutta scandinava, si parla da mesi e quella di Roma sarà la classica vetrina a poche settimane dall’uscita italiana. Molta curiosità invece per “Abracadabra”, esilarante commedia spagnola di Pablo Berger, già regista del bellissimo “Blancanieves”; per il tagliente affresco borghese “The party” che Sally Potter (“Orlando”) ci dipinge in bianco e nero; per il thriller georgiano “Hostages”, già acclamato a Berlino; per i due film provenienti dal medioriente: “Insyriated” con la sempre affascinante Hiam Abbas e “One of these days”, un giorno nella vita di un gruppo di giovani a Beirut; per il cileno “Cabros de Mierda”, che ritrae la vita di un villaggio cileno ai tempi del regime attraverso lo sguardo di tre donne chiamate Gladys e di un prete missionario da loro ospitato.

Festa del cinema di Roma The Place di Paolo Genovese

E l’Italia? C’è dell’altro oltre i Taviani? Dopo la scorpacciata di film italiani fatta a Venezia era davvero difficile per i selezionatori di Roma trovare titoli interessanti da presentare alla Festa. “The place” di Paolo Genovesi che chiuderà la rassegna era forse in tal senso il titolo di maggior appeal, soprattutto dopo il clamoroso successo di “Perfetti sconosciuti”. Con un cast che comprende, tra gli altri, ancora Mastandrea, Giallini e la Rohrwacher il regista realizza la trasposizione cinematografica della serie tv “The booth at the end” portando in scena un nuovo inquietante gioco delle parti in cui tutto ruota  intorno al tavolo di un ristorante.

Tra i tanti titoli di Panorama Italia, sezione collaterale di Alice nella città, ci piace scommettere su “Finchè c’è prosecco c’è speranza” di Antonio Padovan, nuova suggestiva proposta “alcolica” proveniente dal cinema del nostro nord-est, che, come “Zoran, il mio nipote scemo”, trova nel magnifico Giuseppe Battiston il suo cuore pulsante.

Tutti i protagonisti di “Incontri Ravvicinati”

Degli “Incontri ravvicinati”, vero fiore all’occhiello della manifestazione, non diciamo nulla perchè bastano già solo i nomi: Dolan, Lynch, Moretti, ma anche Christopher Waltz, Ian McKellen, Jake Gyllenhaal, Vanessa Redgrave, per dirne alcuni, sono pronti a raccontarsi sulle poltrone dell’Auditorum.

E allora che la Festa abbia inizio! Il prosecco abbiamo detto che c’è, speriamo di poter brindare ad una bella edizione.

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