Play-Time, tanti Auguri Jacques Tati

Il 9 ottobre 1907 nella piccola cittadina francese di Le Pecq, nasceva Jacques Tatischeff, per tutto il mondo solo Tati. Impossibile non ricordarlo.

Il 9 ottobre 1907 nella piccola cittadina francese di Le Pecq, nasceva Jacques Tatischeff, per tutto il mondo solo Tati. Impossibile non ricordarlo.

Oggi avrebbe compiuto 110 anni Jacques Tati, uno dei registi che amiamo di più, l’illusionista che ha saputo colorare con la sua visione bizzarra e poetica la società disumanizzante dei suoi tempi. Architetture e scenari uniformati, uomini come robot che si muovono in case ultra-tecnologiche di cui diventano schiavi, relazioni basate sull’apparire anziché sull’essere. Tutto sembra accadere solo se telecomandato, tutto ha un suo fluire meccanico, senza guizzi. Anche comunicare è difficile, suoni e rumori si amplificano, diventano dialoghi e prendono il posto delle parole: è il progresso, bellezza.
A spezzare la linea retta della routine arriva però la linea curva: Tati-Monsieur-Hulot entra in scena nei suoi film come uno tsunami di buonumore e ironia, a ricordarci cosa vuol dire essere umani. L’imprevisto, la spontaneità, la gag intelligente che fa riflettere, scandiscono il passo del suo cinema, un cinema bellissimo che invita a vedere le cose in modo diverso, a saper giocare come bambini e a divertirsi con le contraddizioni di una modernità che avanza. E oggi, con il pretesto del suo compleanno, torniamo a giocare con lui, a sorridere con i suoi capolavori.

Tutti da vedere e rivedere.

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